giovedì 22 dicembre 2011

E’ Natale e a Natale..


Manca poco,davvero poco. E come consuetudine da qualche anno a questa parte, mi ritrovo per caso, inezia o per forza, a concentrare quasi tutti i preparativi in pochi giorni. Roba che le maratone mi fan un baffo! Per fortuna, quest’anno, son riuscita a convincere il boy homo swiffer a montar almeno la struttura dell’albero! 
Il resto  - cioè il gran lavoro di aprire rami in modo tale che tutto si riempia per benino e non si creino effetti “stroncature”, e di appendere le palle e palline cercando di non perdere i soliti gancetti, e sistemare 13 metri di lucine cinesi tra gli aghi di  finto pino abete del nord – l’ho fatto io. Ormai l’addetta agli addobbi sono io. Anche a casa dei miei, dove cascasse il mondo, mi aspettano con le scatole degli addobbi in mano sull’uscio, trepidanti. Lo scorso anno, complice il precario lavoro, me l’ero scampata fino al 23. Scampata, oh beh, non direi,visto che m’è toccato far il tour de force (come diamine si scrive?) in 48 ore. Però mi piace, senza addobbi, non è Natale; senza presepe non è Natale; senza papà che ogni anno nella sua mini officina dietro alla lavatrice al pianterreno, in compagnia dei gatti, con la saldatrice in mano, non inventa un aggeggio con le luci da appendere fuori casa, non è Natale.
E’ iniziato tutto con la stella cometa, poi un torciglione ai balconi, poi una cosa indefinita che lui ha chiamato slitta, poi una stella senza la cometa, piccola da mettere fuori la finestra della cucina – che sennò era brutto solo in quella della sala e delle camere.. - . Papà è bravo a saldare, ha fatto il saldatore fin da ragazzino, ora è passato agli addobbi e vederlo felice mi rende felicissima.  Senza addobbi non è Natale, ma anche senza presepe. Quello lo faceva sempre mamma quando eravamo piccoli, una cosa luunga e grande, piena di statuine, e il muschio che io e mio fratello e altri dell’allegra combriccola andavam a prendere nel fosso dietro al bosco sopra la collina dietro casa ( non è una canzone di Branduardi). Tre cassette di legno piene di muschio,bello umido e con tanto di radici e terra che sia mai si seccava come lo facevamo il presepe? Tre perché una cassetta serviva per il presepe della scuola, uno a noi e uno agli altri dell’allegra combriccola che dovevano spartirsela in 4, d’altronde ero io quella che si buttava a capofitto giù per il fosso a raccogliere il muschio!
 Con gli anni il presepe s’è ridotto. Le pecorelle son scomparse, i laghetti anche, fino a tre anni fa c’era un pastorello... Poi s’è rotta anche la capanna. Per fortuna papà ne ha costruita una nuova, un po’ altina, diciamo stile loft agricolo – è che lui se le ricordava più grandi le statuine della Sacra Famiglia - , con tanto di soppalco  per il bue e l’asinello. Ora il presepe lo faccio io. Con le cortecce e le pietre, una natura selvaggia diciamo. Io mi illudo che assomigli alla terra di Gesù ai suoi tempi.. Lo scorso anno ci ho messo anche un angioletto sopra ma non ha retto molto,va beh si vede che con la natura incontaminata non ci azzeccava granchè.
Quest’anno l’albero in casa dei miei lo ha allestito papà, a mamma piace tanto e così oltre a inventare nuove luci da appendere fuori casa ora è stato promosso addobbatore d’abeti natalizi. E se lo gode beato e contento.  Mamma, invece, sforna i dolci tipici tradizionali e qualche biscotto al burro che male non fa. Mio fratello cerca di intraprendere la carriera di addobbista e lo scorso anno – o quello precedente? – ha messo sul balcone in un angolino libero dalle luci di papà,  un babbo Natale che si arrampica sulla scaletta. A lui spetta il compito di reperire la carta per impacchettare i regali. Oltre a fare da autista alla suddetta – che non guida seppur patentata – per le spese dell’ultimo secondo.  Ma la befana dentro la sua calza fa trovar sempre più cosucce…
Dicevo, quest’anno son riuscita a convincere il mio boy homo swiffer a montar almeno la struttura dell’albero e non vi dico che compromessi tocca far ogni volta! Come premio mi toccherà sfornare dolcetti tradizionali (i cagg’nitt’ di cui parlerò nel mio food- blog) e poi,visto che metterà su chili, trovare un modo per farglieli smaltire in modo rapido e indolore,con poco sforzo. Io,qualche idea ce l’avrei ;-) pardon..siamo a Natale…
Nel mio appartamento il presepe è molto minimal e ogni anno ha una location nuova. Quest’anno l’ho messo tra i rami dell’albero, così è facilmente visibile (o quasi). 

Come vedete dalle foto è un presepe particolare perché è equosolidale e multietnico. Nel dicembre 2010,infatti, ho acquistato dei bambin Gesù africani che mi piacciono tantissimo (io adoro i bimbi dell’Africa, hanno un viso e un sorriso più luminosi di quelli europei) e siccome li vendevan senza mamma e papà mi è sembrato doveroso chiedere alla Madonna peruviana se c’era posto anche per loro.. e detto fatto!


Li ha accolti vicino al suo Bambin Gesù peruviano senza la minima esitazione: le mamme han un cuore grandissimo. Così eccoli lì tutti e quattro assieme al bue e l’asinello,discreti.. Per illuminarli,la Sacra Famiglia peruvian-africana, ha voluto una stella piccola ma significativa e detto fatto. So che non è un presepe molto tradizionale, non ci son pastorelli, re magi (che tanto dovrebbero arrivare a Gennaio,no?), laghetti e muschio, ma mi infonde tanta tenerezza guardarlo.  Chi lo dice che una famiglia peruvian-africana non vada bene per simboleggiare l’amore familiare e il dono del sorriso di un bimbo( o tre in questo caso)? 


 Con questa foto partecipo al giveaway di Natale di Pane, amore e creatività, il premio che desidererei vincere è offerto da Ecolittle
 A presto per gli auguri...

5 commenti:

  1. Wow Elena che bel racconto, mi piace la storiella della Madonna peruviana che accetta di badare ai Gesù africani!
    Ed è molto carina la foto, anche io non ho un presepe classico, poi metterò la foto sul blog.
    Intanto ne approfitto per farti tantissimi auguri di Buon Natale, a te, alla tua famiglia e a "Swiffer"... :-)

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  2. anche io ho partecipato a qst gioco con una mia foto!!!
    il gioco del libro prosegue....se ti va ti aspetto :-) ciao!!

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  3. C'è proprio l'aria del Natale dentro questo post :) L'aria di famiglia, ognuno i suoi compiti, per tradizione e per sentimento. Mi pare di vederlo il tuo papà che traffica coi suoi attrezzi e la vostra casa tutta luminosa! io ho sempre fatto tutto da sola, ma negli anni il presepe è sparito, sostituito giusto da due piccole natività accostate ad altri addobbi, una in salotto e l'altra nel mio studiolo, e anche l'albero è rimasto in soffitta, solo addobbi sparsi in tutta la casa. Però non è la stessa cosa... Certo che una mangiatoia con tre neonati non s'era mai vista! Però ora van di moda i gemelli e quindi sarà trendy ;) Scherzo, è molto originale, in bocca al lupo per il concorso!

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  4. Ho letto tutto tutto! Il tuo presepe è molto originale, per questo ti ammiro! :)

    Buon Natale!

    Sognatrice
    a bordo

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  5. Ciao Ele,
    ad essere sincera, non sento particolarmente il Natale, ma il tuo racconto mi è piaciuto molto perché ne traspaiono gioia, fermento, entusiasmo, voglia di stare insieme, il calore della famiglia... Approvo anche l'idea del presepe "ecumenico"! ;)
    Aspetto con grande curiosità la ricetta dei dolcetti dal nome che non so ripetere... Che poi, tradotto, vuol dire? :)
    Un abbraccio, Lia :)

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