mercoledì 13 ottobre 2021

Ciao G

 Caro G,

le lettere non fanno sempre al caso.

Ti ho sentito vicino spesso.

Quando ho attraversato momenti difficili, o quando mi hai messo in guardia da persone che avevo accanto.

So che eri tu, che sussurravi al mio orecchio la notte, e facevi sentire la tua presenza.

Sai, non è proprio un periodo felice, questo.

Due anni fa per la prima volta, mi ero dimenticata.

Mi son sentita in colpa.

Anche se non l'avevo fatto di proposito. Non avevo scelto.

Mi son ricordata delle tue parole, quelle in sogno. E ho sorriso perché sapevo avresti compreso e saresti stato felice per me.

Perché io so che anche se non posso provarlo, tu saresti stato felice.

E mi è venuto in mente il tuo sorriso.

Mi è venuto in mente tante volte, nelle ultime settimane.

Il sorriso che ti ho visto quel giorno.

Un sorriso opaco.

Il sorriso di chi ce la sta mettendo tutta, ma in cuor suo ha già scelto.

Mi dispiace, non avere avuto il tempo...

Sai G, ho maledetto le parole che ti vomitai contro piangendo: ero ferita.

Ma non fuggo dal senso di colpa.

Me lo sono cucita addosso.

Ora son io, a vivere lo stesso dolore.

Ora son io a dir le tue stesse parole e a volere le tue stesse cose. 

Ora son qui a dirti che ti capisco, profondamente.

Così tanto che vorrei solo chiudere gli occhi e sentirti, solo un attimo, sentir su di me quel sorriso, ché vederlo allo specchio non è lo stesso.

Vorrei un sussurro nella notte, di quelli che mi mandavi, per darmi pace. 

Vorrei la tua stessa pace. 

Quella che hai desiderato con tutto te stesso. 

Vorrei la tua stessa pace. 

Tanto. 


mercoledì 6 ottobre 2021

.......

Quando ti viene regalata una felicità inaspettata e grande, quando ti viene donato un amore profondo, non riesci ad accettare altro, a volere altro. 

Che quello. 

Quella felicità, quell'amore.

Sei grata e piangi. Piangi perché sai che non ne avrai più. 

Ed è come morire. 

Condannata a respirare.

Non ne esci, da amori così. 

Quando la persona ce l'hai dentro. 

domenica 26 settembre 2021

Oltre

 Avevo una polaroid.


Ho delle istantanee a ricordare di quando volevo imprimere su una striscia di pellicola, l'attimo.


A rivedere l'immagine impressa, la mente scava nei suoi archivi selezionando le connessioni.

La tazza che bevevo: dentro c'era l'ultimo cappuccino gustato senza il contrappeso delle reazioni di un corpo malato. 


Poca roba. Una inezia. Nella memoria.

Ma quell'istante fissato ha la forza di rievocare il prima e il dopo.


Che conosco solo io.

I perché, i come, il quando e il con chi.


Finché la mia mente riuscirà a ricordare, quella non sarà solo l'immagine di me che beve da una tazza fumante.


Anche se per altri, magari, sì.


Questo vale per una istantanea polaroid.

Come per un attimo di vita condivisa.


Quel che si vede, non è mai solo quel che si vede.


Ma ce lo dimentichiamo sempre.

sabato 25 settembre 2021

Un sogno

Quanti sogni impolverati nei cassetti?

Quanti sogni irrealizzati per paura di fallire?

Quanti sogni sfumati per mancanza di coraggio? 

Quanti sogni lasciati troppo a decantare per indecisione?


Qualche anno fa, feci una promessa ad una mia amata amica: vivere come meglio avrei potuto, non rimandando, non rinunciando, abbracciando il coraggio e affrontando le paure. Cercando di realizzare i sogni che via via avrei desiderato.


Allora, ho fatto un respiro profondo e ho cominciato ad uscire da quelle situazioni e relazioni che mi impedivano di realizzare quel che volevo di più.


Avevo sogni semplici, piccole cose facili da realizzare, se non ci si impantana nelle sabbie mobili delle paure e delle insicurezze.


Mi sono buttata a capofitto, a occhi chiusi e con la testa fra le nuvole, ho sperimentato, ho  provato e riprovato. I miei erano sogni piccoli, facili, piccoli bon bon da sciogliere nella bocca del cuore. Per addolcire e lenire.


Spesso, la vita, mi ha scombussolato i piani e cambiato i sogni. Appena ideati erano forti, belli a vedersi. Poi prendendo aria, diventavano semplici aneliti pronti ad evaporare. Non erano sogni autentici, forse. Non erano sogni veri.


Quando inaspettatamente la vita mi regalò un sogno messo via tanto tempo prima, pensai fosse una bolla di sapone, l'inganno per sviarmi dalla mia ferma quiete ritrovata.


Ma si sa..certi sogni ti chiamano, sussurrando piano piano. Insistono come i bimbi che cantilenando vogliono un dolcetto. Finché non li guardi, sorridi e acconsenti.


Il sogno è impalpabile, etereo, necessita del desiderio, della volontà, per concretizzarsi.

E, dopo, della capacità di far un salto nel vuoto, in una nebbia di possibilità e ostacoli.


Era un bel sogno davvero, quasi più bello di quanto ricordassi, più bello poi, diventava via via che provavo a concretizzarlo e anche se semplice, mi sembrava il sogno più impegnativo mai desiderato. Ma era uno di quei sogni importanti, così pieni nella loro semplicità, che valeva tutto,tutto quel che ero in grado di fare, volere, essere.


Alcuni sogni si concretizzano a metà. Quando pensi di aggiungere un mattoncino, tutto crolla.


Così guardi le macerie e ti chiedi se hai sbagliato mattoncino o malta o impasto o progetto o percorso. Oppure a considerarlo un sogno da realizzare.


Magari era solo un sogno, destinato a rimanere un sogno.


Però, l'ho desiderato tanto.

Era bello davvero. 


 #giornatamondialedeisogni

#WorldDreamDay

giovedì 2 settembre 2021

Sorriso

 "Lelé, perché non mostri mai i denti quando sorridi? Quello non è un sorriso."

Mia madre mi ripeteva sempre.

Da piccola, mi dicevano che i miei occhi sorridevano. Forse, per questo, pensavo non fosse necessario sorridere aprendo la bocca.

Forse, il mio subconscio o la parte di me involontaria, aveva deciso così, spontaneamente.

Guardavo le foto e sì, in tutte un sorriso a labbra serrate.

Mi sembrava fine. In alcune.

Mi sembrava elegante. In altre.

Mi sembrava giusto. In tante.

Poi, ho spazzato via la polvere della mia fiducia ridotta in cenere, per fare spazio a una fiducia nuova di zecca.

Poi, mi sono ritrovata a ridere di gusto come una bambina, ascoltando parole divertenti.

E qualcosa, dentro, ha fatto un guizzo.

Non so cosa fosse.

Ma, un giorno, uscì fuori un sorriso.

Un sorriso nuovo: aperto, con tutti i denti.

Sussulto interiore salito alle labbra.

E decisi di immortalarlo e conservarlo per i giorni nei quali sarebbe stato necessario.

Ma di giorni con sorrisi pieni ne vennero altri. E altri ancora.


"Lelé, ohhh ora scì che è un sorriso. Ti si vedono i denti."


Lo conservo a ricordo e ringrazio chi me l'aveva fatto nascere. 

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