mercoledì 13 febbraio 2013

rimuginamenti giornalieri # 1

Qualche giorno fa ho rivisto un film. 
Ogni tanto capita. 
Di rivederne uno.
E mi stupisco di come quel che "capita"...alle volte..capiti proprio " a fagiolo"..
O sarà che quando pensiam a qualcosa e questo pensiero ci accompagna per molto tempo, finiam col farci catturare da quelle cose che gli son affini? 
Un pò come quando abbiam fame e andando in giro sentiam solo il profumo del pane uscito dal forno o ci attirano i ristoranti...
Ad ogni modo, rivedo il film (a dangerous method) perchè sì, Fassbender è sempre un bel guardare, sì Viggo Mortensen è uno dei pochi cinquantenni attraenti per il quale valga la pena mettere da parte i moniti della mamma, sì Vincent Cassel è un bello-non bello che attira come pochi, sì Keyra ha un seno così piccolo (almeno prima di rifarselo) che i miei complessi possono starsene buoni...ma,tornando a fare la seria, sì perchè mi ha dato occasione di interrogarmi su molte questioni della mia vita personale e non.
Ora, per quanti di voi l'han già visto, magari fanatici freudiani sempre a pensare al sesso come causa e motore di tutto, dico subito che no, non è a quel genere di pensieri che ho pensato.
C'è una scena nel film in cui i ruoli del paziente e del "dottore"si invertono e capita che l'analista venga analizzato,un dialogo interessante. Specie se non lo si vede con occhi limitanti.

Si svolge all'incirca così:


Jung: Quindi lei non crede nella monogamia..

Otto Grass: Per un nevrotico del mio livello, immaginare un concetto più logorante è impossibile..

Jung:..e non trova che in fondo..sia necessario o desiderabile..porsi qualche limite come contributo personale al tranquillo svolgersi della civiltà?

Grass: a che pro? Per ammalarmi di sicuro?

Jung: Penso che una qualche forma di repressione sessuale vada praticata in ogni società razionale..

Grass: non c’è da stupirsi che gli ospedali trabocchino…Se c’è qualcosa che ho imparato..nella mia breve vita è questa: non reprimere mai niente. 

Ed ho cominciato a pensare a quanto,veramente, reprimiamo noi stessi e quel che vogliamo (in tutti i sensi). Quanto lo facciam in modo quasi inconsapevole,perchè frutto dei nostri condizionamenti..
Quanto ci lasciam quasi bloccare,frenare, frenando il nostro essere..in nome di chissà quali princìpi (dove va l'accento???)
Soluzioni?


19 commenti:

  1. Accade molto e troppo spesso che reprimiamo noi stessi per ''piacere'' agli altri, o per amalgamarci al pensiero comune e per la paura di apparire troppo diversi. Purtroppo capita a tutti, e si può vivere una vita intera reprimendo sogni, istinti e passioni che purtroppo non riusciamo ad attuare perché troppo insicuri. Il problema è che la vita è una, e finita quella poi credo ci si penta amaramente di tutte le strade non imboccate per la semplice paura del giudizio altrui. Che poi gli altri chi cavolo sono più di noi?! Nessuno, e quindi...

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  2. Ele sono contento tu sia tornata a scrivere :D se senti di essere inibito/a credo che debba partire tutto da te... nel senso che a meno che non te lo dicano, i tuoi condizionamenti saranno più o meno profondi da non farti capire che e quanto tu sia bloccato!

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  3. Purtroppo è così. Siamo continuamente condizionati e repressi. Penso che la soluzione sia ribellarsi. Ma non è facile, lo so bene, purtroppo.

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  4. Io credo che ci siano due tipi di condizionamenti, quelli endogeni e quelli esogeni.

    Per quelli esogeni, l'unica soluzione è cercare di schermarli, facile quando vengono da contesti o da posizioni di persone che non stimiamo, molto più difficile se vengono da contesti (per esempio quelli familiari) o da persone (per esempio il migliore amico) ai quali chiediamo accettazione

    Per quelli endogeni, invece, occorre cercare di capirne le cause e, se possibile e se ci interessa, rimuoverle.

    E comunque, il semplice fatto di vivere all'interno di una società, implica l'essere soggetti a troppi condizionamenti per pensare di restarne immuni.

    Bentornata!

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    1. Old..sei così certo di capire quali condizionamenti siano esogeni e quali endogeni?Quanto di quelli endogeni non sono frutto di condizionamento esogeno?Sì,il fatto di vivere nella società comporta regole per mantenere un certo ordine.Per quanto,se guardi alla storia attuale e passata,le cose,gli ordini,non sono e non son sempre stati gli stessi.

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    2. bè, alla fine tutti i condizionamenti, per definizione, hannoorigine esogena, ci sonoperò quelli che abbiamometabolizzato e fatti nostri, e che quindi a buon conto possiamo ormai considerare endogeni, e quelli che ancora subimao dall'esterno. Ed i primi sono i più difficili da suprare, ovviamente

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    3. Sì,è già difficile rendersi conto che son un condizionamento.Però è proprio lo strano ribollio interiore,secondo me,quella strana contraddizione tra quel che vogliamo e quel che sentiamo non essere giusto o "normale",a farci da primo campanello...

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  5. @Bacato: già, ci reprimiamo molto in effetti. E il giudizio altrui è un limite,diciamo un metro col quale misuriamo le nostre azioni e i nostri pensieri.Vero è che essere diversi o percepiti tali,se non creerebbe disagio,potrebbe rivelarsi un arricchimento.

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  6. .... oh che bello, un tuo post ;)
    Non conosco il film e cavolo, ora voglio vederlo !!!
    Reprimere.. arogmoento difficle da trattare.
    Certo che freniamo il nostro essere, certo che reprimiamo qualcosa di noi, perchè non farlo?
    Io naturalmente parlo per me e si sono diverse le cose che reprimo e il motivo è semplicissimo vedo che ho pochi limiti, zero pregiudizi e poca coscienza ed ogni volta che (in qualsiasi campo) mi lascio andare, vedo che vado oltre....oltre... oltre...
    Mi verrai a dire, e perchè ti fermi? Per gusto di provare a me stesso che posso anche limitarmi che di fondo son un esser pensante e non un semplice divoratore di vita.
    Mi fermo.... anche nello scrivere, che su questo argomento potrei scrivere all'infinito.
    Ciao Ele :)

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    1. Se scrivi all'infinito io leggo all'infinito..mi piace leggere/leggerti:-),su questo,almeno qui,puoi non reprimerti:-) Perchè reprimerci?Siam esseri pensanti,vero.Ma non siamo solo esseri pensanti.E chi dice che il pensiero ha una sola e unica direzione?Chi stabilisce la direzione?Per il gusto di provare a te stesso che puoi limitarti...se fossi un analista ti chiederei..di spiegarmi il gusto che provi.Un semplice divoratore di vita...bello:-)Paura di far indigestione?Il film è carino,non è da oscar ma ci son spunti per riflettere..se lo si vuole..

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    2. Cavolo, non sei una analista? uff.... ed io che speravo di cavarmela così a "gratise".
      Il pensiero non ha sicuramente una sola direzione, come anche le nostra azioni non hanno una sola conseguenza.
      Il gusto dove sta? azz difficilino...
      Il gusto più spicciolo da spiegare è quello di dimostrare a me stesso che non sono un animale (amo gli animali), che se ho fame, non è detto che faccio di tutto per mangiare, se ho sonno, non mi metto a dormire dove capita, se ho voglia di far sesso, non vado a letto che la prima che passa, e così via...
      Tieni però conto che, ciò che mi reprimo, la maggior parte delle volte l'ho già fatto.
      Poi ce ne son altri di motivi (gusti) per reprimersi. Tieni anche conto, che non faccio della repressione la mia "religione", anzi. Però non si può sempre esser sempre cani sciolti, mi basta sapere che so esserlo, quando voglio io (affermazione forte... delle volte mi ci fanno essere, ma son poche le persone che vi riescono).
      Paura di indigestione. Si certo ne ho fatte e non si campa molto col le indegestioni.
      Lo vedo cavolo... il film il prima possibile lo vedo. :p

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    3. Beh..siam animali. Repressi ma animali. Abbiam gli stessi istinti e non è mica sempre sbagliato.Anzi. Senza istinti non faremmo nulla,son loro a muoverci o a frenarci (l'istinto di sopravvivenza muove e frena,per esempio).Se non fossi una analista ti chiederei: dimostrare a te stesso perchè?Hai ragione,non si può essere sempre cani sciolti...viviam in un canile..d'altronde. Oh beh le indigestioni lasciano un retrogusto sgradevole..ma le indigestioni di vita,mah,secondo me no. Dove per vita intendo vita e non "bella vita" o sballo.Vedilo e poi torna qui e fammi sapere che ci hai trovato.:-)

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  7. @Pier: Mmm hai ragione. Ma..se senti di essere nel "giusto" o nel moralmente e socialmente accettato, come fai a sentirti inibito?Tutti abbiamo dei condizionamenti..l'educazione stessa è un condizionamento. Il brutto è quando tutte le certezze con le quali sei cresciuto cominciano a vacillare difronte a quel che la tua mente o il tuo corpo o entrambi,sentono o vogliono fare.

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    1. ti senti inibito magari nel confronto con gli altri o qualora appunto senti quelle certezze vacillare... secondo me una volta che vacillano bisogna studiare cosa manca, cosa serve, quali stimoli e magari intervenire

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    2. mmmmm...inibito confrontandomi ad altri ma perchè?Perchè son meglio?O perchè mi sento un pesce fuor d'acqua?Mancherà sempre qualcosa..il guaio è,appunto,che alcuni,molti,la mancanza non la avvertono e il fatto,invece,che tu la avverti,ti fa sembrare ai loro occhi,come "anormale"....

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  8. Perdonatemi ma il "rispondi" non funziona.. @Sognatrice: sì,siam tutti un pò repressi..chi più chi meno.Penso sia inevitabile..o no?Ribellarsi?Dipende..qual è il prezzo?

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  9. Rieccoti... finalmente!Bentornata...
    sulle repressioni che ci autoinfliggiamo ci asrebbe da dire... però neanche si può far quel che ti viene così come ti viene... prendi me che ultimamente avrei dovuto menare una vecchia cretina presuntuosa... ho dovuto reprimermi!Però devo dire che rispetto ai miei 20anni ora mi reprimo pochissimo e pazienza per chi non ha meglio da fare che dare facili definizioni/giuduzi solo perchè non gli è permesso o non ha tempo per dedicarsi a comprendere ciò che non è nelle sue concezioni/visioni limitate.
    Bacioni e riprendi a scrivere papiri che mi sei mancata!

    Ps: se ti va ho un giochino in corso nel blog!

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    1. Ciao Stefy,grazie!! Purtroppo io e i giochi non andiam d'accordo,semplicemente perchè il tempo è quello che è,col telefonino non riesco a commentare nei blog se non in rarissimi e non riesco a capire perchè(ho cambiato anche browser..ma non ne ho a sufficienza per tutti i blog che seguo!)e finisco col saltare date e regolamenti e a non seguire più un tubo.
      Sì una certa qual forma di inibizione,di controllo,serve,per convivere con altri..si rischia altrimenti di metter mano al mattarello e uccidere l'inquilina del piano di sopra che stende i panni proprio nell'unico punto in cui tu ricevi un pò di sole in una casa poco soleggiata! Oh anch'io mi reprimo meglio...alla faccia di chi dice che con l'età si matura..io mi libero delle zavorre e acquisto menefreghismo..a piccole dosi,però..

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