lunedì 6 gennaio 2014

Il futuro rubato

Alle volte ai banchi dei mercati di Natale e non, trovi dei libri. Possono essere libri nuovi ma un pò datati, libri di case editrici sconosciute e libri usati rimessi in circolo chissà da chi e come.

Ogni volta, davanti a quei banchi, io trascorro ore e ore a spulciare tra le copertine ed i titoli. Lasciando che immagini o parole o frasi evocative mi spingano a comprarli, come ispirata da qualcosa di nascosto.Spesso cullandomi nell'immaginare chi potesse aver sfogliato, prima di me, quel libro.

Così, prima delle feste di Natale io e Coinquilina siam andati in giro per la cittadina a caccia di libri.
Lei ama quelli storici. Io, di tutto un pò.

Siam tornate a casa infreddolite ma con begli acquisti.

Il primo dei libri che ho comprato è questo:



Sarà per la copertina semplice o il titolo particolarmente vicino a molti dei miei stati d'animo, ho voluto comprarlo.

Ho cominciato a leggerlo la sera stessa.

E' una raccolta di quattro racconti brevi, scritti in modo semplice, senza fronzoli particolari. Si legge facilmente e piacevolmente. Il linguaggio colloquiale tradisce l'acerbità della scrittrice (chissà se ha scritto altri libri) ma scorre via leggero e simpatico.
Racconti brevi sull'amore, come potrebbero essercene tanti. Niente di romantico o rosa, niente di melenso che ti fa stomacare.
Amore sofferto, amore che ti cattura un giorno per caso al supermercato, nel sorriso della ragazza in fila davanti a te alle casse.  O un amore timido ma deciso, un amore che non si vergogna e un amore ritroso, che si scopre diverso e fragile e desta paura e incredulità.
La passione che si accende in pochi istanti e si consuma in una manciata di minuti, bellissima ed emozionante.
O l'amore nato tra i banchi di scuola e coltivato per tutta la vita, nel cuore, cullato nell'anima e tenuto stretto per non lasciarlo andare via. 



Nonostante il titolo, i racconti narrano storie sofferte,  ma con un lieto fine. Storie nelle quali si fatica a non entrare in empatia con le protagoniste e con i loro vissuti interiori.
Leggendoli, spesso, avevo nella mente una immagine, che mi si è impressa nella mente da piccola e ogni volta rievoco, quasi involontariamente, quella di un fiore, credo fosse quello che in tedesco chiamano Loewenzahn e che in una serie televisiva dei primi anni '80 faceva da sfondo a molti episodi. Il Loewenzahn in un episodio in particolare, germogliava su di una strada. Tenace, determinato seppur fragile, rompeva a poco a poco l'asfalto fino a sbocciare, bello, giallo e con la testa dritta, in mezzo alla strada. Contrapposto alla primula che un bimbo pianta nel vaso sul davanzale della cucina..

Così come certi amori, che devono lottare per acquisire una dignità e per concedersi il lusso della semplicità. 
Il bello di quella immagine, come di certi amori, è forse, tutto lì, nel fatto che han una forza e una voglia di vivere che spesso i più ignorano, anestetizzati dalla facile e "spicciola normalità", dalla scontata vita "facile" che si sa di poter vivere. 
O forse è bello così per me..in una lettura sempre o quasi contaminata dal romanticismo ottocentesco...

Una lettura, nel complesso, piacevole. Da farsi accompagnata da una bella tazza di thè caldo o cioccolata energica. 

Peccato che i racconti siano solo quattro e brevi. Si volta l'ultima pagina e si chiude la copertina quasi con nostalgia.Ma col sorriso. Che è quello che mi ha trasmesso la sua lettura e che porto con me.

10 commenti:

  1. Beh, se un libro è riuscito a donarti begli attimi e anche un sorriso... allora ha decisamente svolto bene il suo compito! :)

    Moz-

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    1. Si :-) ma son fortunata,finora son pochi i libri che mi han trasmesso il nulla...

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  2. Uff.... intanto son dovuto andar a veder che fiore fosse il "Loewenzahn", giallo carino ed effettivamente cresce ovunque.... fiore testardo ;)
    Continuo ad aver un difetto nella lettura, raramente riesco ad accostarmi a ciò che potrebbe esser reale, preferisco perdermi in libri assurdi pieni di esseri immaginari e irreali :)

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    1. leggendo la tua risposta ho constatato con meraviglia che non mi aveva sfiorata l'idea di andare a vedere che tipo di fiore fosse - cosa insolita vista la mia curiosità - e quindi non devo essere proprio in forma...

      mmhhh

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    2. Boh: è un fiore piccolo, non appariscente, ha l'apparenza di un qualcosa di fragile...ma è tenace..determinato e col suo esile stelo riesce a sfondare anche l'asfalto. :-)
      Io leggo di tutto ma evito accuratamente roba rosa melensa..preferisco,se proprio d'amore devo leggere, qualcosa di tormentato,qualcosa di duro, di forte, di reale, seppur inventato. Così non è difficile rimanere nella cruda realtà. :-)

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    3. Elisa...macchè!! :-) è solo sfuggito... :-)

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  3. In fondo è stato un bel viaggio... un tuffo nei sentimenti e nel cuore!!
    E' proprio a questo che servono i libri... piccoli tesori che arrivano a noi

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    1. Sì, ci son libri che son dei piccoli tesori:-) quando li chiudi e ti vien voglia di riaprirli ancora o li guardi sorridendo, gustando nella mente le immagini che ti han fatto nascere, son bei libri. :-)

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  4. Gentile Ele,
    improvvisamente ed inaspettatamente, e dopo ben più di 10 anni, trovo sul web qualcosa che riguarda “Il Futuro rubato”, e sinceramente ne sono rimasta sorpresa. Piacevolmente, è ovvio.
    Così come è piacevole sapere che un po’ di se stessi continua a vivere passando di mano in mano.
    La ringrazio infinitamente per le belle parole che ha voluto condividere sul suo sito. E rispondendo ad una sua curiosità, le posso confermare che quello è il mio primo e – per ora – ultimo libro. Fu scritto in un momento in cui trasportare le parole su carta era semplicemente terapeutico, non sono una “vera” scrittrice.
    Inoltre vorrei dirle che è stato bello veder paragonare le mie storie ad un fiore così piccolo ma così tenace come “il dente di leone” (credo si chiami così in italiano), perché è proprio la tenacia e la voglia di sopravvivere che in fondo si chiede ad un amore. E forse anche ad un libro.
    Grazie ancora
    Roberta Michieletto

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  5. Gentile Roberta,
    il suo commento è una sorpresa anche per me. :-) Piacevole anch'essa. :-)
    Il post, che non è una vera e propria recensione,perché non son brava a scriverne, è solo il tentativo di condividere quel che la lettura dei suoi racconti ha suscitato e lasciato in me. Una bella lettura, aggiungo. Delicata.
    E leggendo il suo commento qui ho riprovato la stessa delicatezza e semplicità che traspariva dai racconti.
    Peccato abbia scritto solo un libro. Sarebbe bello se decidesse di farlo nuovamente.
    Capisco benissimo quanto la scrittura possa essere terapeutica. Io avverto forte la necessità di condividere. Così ogni tanto metto giù qualche riga e ho aperto un blog.
    Ben altra cosa, indubbiamente, dello scrivere vero e proprio.
    Condivido molto la sua ultima frase..
    L'immagine del dente di leone è sorta spontanea leggendo i racconti (in particolar modo il primo e l'ultimo), quindi, non deve ringraziarmi, ma son io che ringrazio lei,perché mi ha riportato indietro a bei ricordi e sensazioni, emozioni che affiorano dall'infanzia. I suoi racconti mi hanno regalato bei momenti, sorrisi, emozioni, speranze e tanti ricordi.
    Grazie a lei per averli scritti.
    Elena

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