martedì 5 maggio 2015

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Entro in metropolitana. Il vagone come sempre a quest’ora, è pieno di gente.

Riesco a sedermi. Di fronte a me un uomo,sulla quarantina,camicia bianca su pantalone blu,ai piedi un paio di scarpe da ginnastica:è di moda questa “stravaganza” d’indossare Nike o Adidas sotto un completo classico giacca e pantalone. Fra i piedi regge lo zaino,un comunissimo zaino nero di quelli che portano tutti in città,comodo,grande quanto basta ma non ingombrante.

Ha i capelli cortissimi e un viso pulito. Il suo sguardo tradisce qualcosa che “non va”.

Passano neppure venti secondi e le sue mani cominciano a gesticolare,seguendo traiettorie indefinite,invisibili. Lui sorride e sembra dire frasi senza senso,non capisco bene. Reiterazioni,le chiamano: frasi apparentemente senza senso,che vengono ripetute come cantilene.

Il suo sguardo incontra il mio e si ferma,in un sorriso lieve,mi guarda fisso e ne vengo trafitta.

Sì, ha qualcosa che “non va”. Altri direbbero “ha qualche rotella fuori posto”,altri ancora,che “è svitato”.
Ridendo,come fanno quelli che sostano davanti a lui in piedi,osservando i suoi gesti strani. Mani che sembrano afferrare l’aria, dita affusolate con le unghie cortissime, che tentano più volte, con una calma sovrumana e precisa, di chiudere una zip dello zaino,che sembra non collaborare. Lo dice lui stesso “s’inceppa, sempre,s’inceppa..sì, s’inceppa e come faccio ora?Non si può camminare con lo zaino aperto..no no..”.

Ogni tanto un passeggero si frappone fra me e il mio compagno di viaggio seduto difronte. Sento la sua voce rauca, vedo le sue mani che si intrecciano fra loro; la testa della donna sedutagli accanto che tenta di voltare il viso e allontanarsi infastidita,respira lentamente come a darsi calma e pazienza,”ancora qualche fermata e poi scendo”.

Lui è di quelli apparentemente “innocui”. Persone che hanno un “disagio mentale” o una “malattia”, ma che non fanno del male a se stessi o agli altri. Almeno così si presume. Il guaio della mente umana è l’imprevedibilità. Nessuno sa quando e cosa fa scattare il meccanismo che innesca una reazione improvvisa e irrazionale. Capita a tutti. Non solo a quelli “malati”. A me, quelli che si definiscono “normali” fanno venire la pelle d’oca.

Osservo i volti delle persone nello scompartimento, alcuni fanno no col capo, altri lo osservano come un pagliaccio in uno spettacolo circense. Mi chiedo cosa passi nelle loro teste,quali pensieri, quali “belle” frasi, partoriscono i loro intelligentissimi e “normalissimi” neuroni.

Mi invade una profonda tristezza. Trattengo le lacrime a fatica. Ma non posso tradire questa commozione interiore,non se i miei occhi incrociano ancora i suoi. Sarebbe crudele.

Non ho mai preso in giro una persona malata di mente. Neppure da piccola. Potevo averne paura. Sì,quella stessa paura che quasi tutti hanno,quando incontrano una persona così. E’ imprevedibile. E i manicomi sono chiusi e loro stanno fuori e dovrebbero riaprirli ‘sti manicomi e dovrebbero tenerli dentro casa ma come si fa a mandarli in giro da soli?

Non so in quanti si siano mai chiesti, che dramma possa vivere, una famiglia con un malato di mente in casa. Quanta solitudine provi, quanta disperazione e quanta rabbia ha dentro, quanto grande è il senso di impotenza e quello di colpa. Quanto sia dura scegliere se “chiuderlo” da qualche parte ammettendo di non poter fare niente, o prenderselo in casa perché nessuno può tenerlo ed è “roba vostra,ci dovete pensare voi”.
Non so quanti, tra quelli che lo guardano ridendo e canzonando le sue mani che gesticolano e le sue frasi sconnesse, i suoi tentativi di parlare con le persone sedutegli vicino, se lo siano chiesto.

Nessuno sa che ci son persone che vivono in un mondo tutto loro, chiuse come in una bolla – alcuni l’hanno chiamata “fortezza”- nessuno comprende che anche le famiglie sembrano condannate a vivere come in una bolla, ad erigere un muro alto e solido come una fortezza, contro la paura, lo sbigottimento, l’indifferenza e la derisione, la vergogna e la pietà che lava le coscienze sporche.  

No, a me non veniva da ridere. Salivano agli occhi lacrime che ricacciavo in dentro.

Il treno si avvicina ad un’altra fermata. Tra i nostri sguardi non ci sono barriere. Parla finchè i suoi occhi non incontrano di nuovo i miei e fermano le parole. Le interrompono così,come un interruttore. Mi guarda fisso fisso dentro gli occhi e sorride. Vi siete mai sentiti “invasi”,penetrati profondamente, dallo sguardo di qualcuno?  

Si alza, prende la giacca e la indossa, “normalmente”,come tutti, prima una mano,poi l’altra, si aggiusta il collo della camicia, la liscia ben bene con una mano,mentre l’altra tiene saldo lo zaino pronto a caricarlo in spalla. Si avvicina alle porte, perfettamente in fila. Dice ancora qualche frase, le mani si muovono secondo ritmi eterei, il treno si ferma,è arrivato a destinazione.




15 commenti:

  1. ...... mi han sempre detto che attiro i matti, solo perchè al contrario di molti io mi ci metto anche a parlare.
    Argomento difficile, perchè so benissimo di cosa si "parla", delle difficoltà ad accettare e gestire certe situazioni.
    Io ad esempio non riesco ad accettarlo, non mi capacito come determinate situazioni possano stravolgere così la psciche di una persona.

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    1. La mente umana resterà sempre insondabile. Per questo continueremo a stupirci davanti a reazioni che per noi sono assurde e illogiche.Le situazioni plasmano a modo loro,ognuno reagisce in base a tanti di quei fattori che non possiamo comprendere. E' qui il dramma e il mistero. Parli coi matti? :-)

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  2. Come sempre i tuoi post sono davvero dei piccoli capolavori Ele, riesci a trasmettere benissimo le tue emozioni e anche a raccontare perfettamente ciò di cui parli, tanto che sembra quasi di vederlo, leggendoti. Anch'io, abitando in questa grande città, ho avuto modo di vedere persone con queste difficoltà, soprattutto poi un estate ho fatto servizio di volontariato in una casa di cura, e lì davvero ce n'era per tutti i gusti. E quindi posso capire le tue sensazioni, soprattutto capisco cosa hai provato mentre osservavi lo sguardo degli "altri", specie di chi ride ecc... persone davvero senza cuore, tatto ed intelligenza, quante ne ho viste quando, per esempio, li portavamo fuori per le piccole gite.
    Per questo salutandoti non aggiungo altro alle tue parole, se non questa piccola citazione.

    "Imatti vanno contenti,
    sull'orlo della normalità,
    come stelle cadenti,
    nel mare della Tranquillità.
    Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore,
    piene di spazzatura e di silenzio,
    piene di freddo e rumore."

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    1. Bellissima citazione Maurizio,grazie :-) Il diverso,che sia uno straniero,una persona con handicap o un malato mentale, suscita le reazioni più disparate. Compresa la paura. E la derisione.Io la chiamo mancanza di empatia,incapacità di mettersi nei panni dell'altro e anche superficialità,ignoranza nel senso di chiusura. Il volontariato ti apre mondi che non conosci finchè non li "tocchi" da vicino. Poi,anche in quei casi,bisogna veramente aprirsi e farsi invadere dall'esperienza,spogliandosi di preconcetti,stereotipi,teorie più o meno bizzarre e paure. Non facile.

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  3. In Shakespeare il fool, il "matto", era colui che attraverso la propria follia diceva sempre la verità. Laddove i personaggi erano ciechi e incapaci di vedere la realtà, lui era l'unico a capirla... E io credo sia davvero così, dalla loro bolla osservano la vita e riescono a scomporla in pezzi più semplici, percependola in modi che noi non riusciamo a immaginare... Mi ricordo che quando ero piccola incontrai per caso un signore con un problema mentale e lui nel salutarmi mi disse "quante lentiggini hai sulle mani! Sembrano tante stelle", e io non ci facevo nemmeno caso...

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    1. Nel film Train de vie, il folle o matto o scemo del villaggio era colui che serbava la saggezza e nella sua bizzarria analizzava bene la situazione, leggeva poesia dove tutti vedevano grigiore e pessimismo. Nel film "Rain man" con uno stupendo Dustin Hoffmann, il personaggio da lui interpretato,autistico, era capace di cose mirabolanti. Alle volte mi chiedo se nella loro bolla,non vedano le cose per quelle che sono veramente,senza filtri e senza preconcetti,chiusure. Alle volte vorrei poterci entrare dentro e vedere quello che vedono,magari scoprirei cose sorprendenti e belle...

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    2. Adoro Train de vie!! p.s. ma sono così pirla che ti ho chiesto l'amicizia su fb ma senza minimamente pensare di quale Ele si trattasse?!? Dimmi di si... ;)

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    3. Cacchiarola Franco,allora perchè me l'hai chiesta? (L'amicizia..):-)

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    4. ..perchè mi stavi simpatica su fb così a pelle... belle queste combinazioni congiuntose... ihih..

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  4. più che sentire paura o disagio di fronte a persone che hanno evidenti problemi o presentano diversità mi soffermo a riflettere sulla loro psicologia. ciao

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    1. Sì..io provo a capire come funziona la loro mente e quali sono i loro pensieri...

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  5. Tu devi scrive sur blog... basta feisbuccco!!

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