domenica 11 novembre 2018

Ricordi

Ero rientrata all'1 di notte da Parigi. 
Il caldo afoso della capitale mi sembrava tremendamente confortante. 
Addosso avevo una magliettina e tanta trepidazione. 


Ho disfatto il trolley per cambiarne il contenuto,di lì a sei ore avrei preso il treno dopo tanto tempo,per venire da te. 
Non è facile,sai,provare a fare sorprese. 
Devi armarti di una dose doppia di ottimismo,pregare che il tempo sia clemente e che gli imprevisti non siano tali da vanificare ogni tentativo. 


La buona volontà non basta a colmare l'amarezza di una sconfitta. A volte. 


Ho passato due ore a cercare di capire cosa avrei potuto metter in quell'involucro con le ruote:per una donna,lo sai,fare la valigia scegliendo tra cosa prendere e cosa lasciare,risulta più arduo dello scegliere che fare della propria vita. 


Quando saremo andate in vacanza,avremo optato per qualcosa che andasse bene ad entrambe,così da aggirare i limiti del bagaglio. 


Stese le gambe a letto,spenta la luce,i pensieri han fatto capolino. Fan sempre così,loro. Che testardi. Mai che decidano di dormire!
Eppure,stavolta,erano piacevoli. Tanto da indurmi a dormire,dopo un'ora di tentennamenti,col sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore. 


La sveglia quella mattina,con due ore di sonno appena,mi era sembrata la mia migliore amica. Mi ricordava che non era tempo di indugiare sotto le lenzuola e dovevo sbrigarmi a prender il primo treno per venire da te. Ne avrei presi tre quel giorno e se tutto andava come speravo, la fatica sarebbe stata un prezzo da poco. 


Il primo ritardo non mi ha fatto vacillare,ero sotto l'influsso benefico dell'ottimismo di chi ci sta mettendo tutto il cuore e in un modo o nell'altro sarei arrivata a destinazione.
Il secondo treno era poco affolato:parenti del sud che andavano a nord,carichi di valigie e tanto amore per chi li aspettava. 
Li guardavo e sorridevo:tu non mi aspettavi. 


Provavo ad immaginare nella mia testa,lo stupore nei tuoi occhi,quel che ci saremmo dette e ricacciavo,timorosa,indietro i pensieri: via! Sia mai mi tolgano il gusto di assaporare il momento!


Ogni fermata mi avvicinava a te e il viaggio non mi era sembrato così tanto lungo come da Milano a Torino. Un'ora lunga quanto una vita intera. 


Un altro ritardo ha provato a farmi vacillare,invano. Avevo fatto i miei conti. 
Non con gli animali selvatici. Ecco,dovevo ricordarmi che dalle tue parti,cervi,caprioli cinghiali e cavalli,avrebbero potuto tramare un inconveniente tanto grande da far saltare la linea ferroviaria. 
Il mio insospettabile quando innaturale-per me- ottimismo, ha però implorato così tanto la buona sorte che alla fine un treno si è rimediato. 


Mi son gettata sul sedile nella prima vettura che si è palesata,come un assetato in un deserto si getta ai piedi di un'oasi piena d'acqua: stanca,un pò provata nell'animo ma tanto grata. 
A metà viaggio ho scoperto che avevan deciso di lasciarmi una fermata prima del capolinea. E al capolinea c'eri tu. Una fermata da te. 
Avevo ancora una buona dose di ottimismo e anche a costo di superar la distanza a piedi,sarei andata fin in fondo. 


Il tempo non era proprio a mio favore,una signora sull'autobus mi ha rassicurato che dieci minuti sarebbero bastati. Trattori,vecchietti in auto accidentate e camion attentavano alla buona fede della anziana. E ti confesso che lì per lì ho pensato che la sorpresa sarebbe sfumata. Mi confortava la certezza che comunque,sarei arrivata. 


Ho sorriso alle signore in piazza, ai turisti francesi di solito antipatici, ai negozianti che mi guardavano con l'aria di chi sa che "non sei di qui tu,eh? Si vede..". Ho sorrido sedendomi sulle panchine davanti alla gelateria: poco più di tre metri di marciapiede ci separavano. 


Tu non sai. A vedermi da fuori potevano pensare di me che fossi una povera pazza col sorriso stampato in viso, il sudore sulla fronte e una valigia ai piedi trascinata per non si sa quanti km che guardava parossisticamente l'orologio in attesa di non si sa cosa. 
Non sapevano che aspettavo te. 


Anche tu hai tardato. 
Dovevi pur allinearti ai tanti ritardi di quella giornata. 


Dentro di me si avvicendavano sentimenti contrastanti che non cancellavano il sorriso sulle mie labbra ma facevano tremare le mani e le gambe e formicolare il collo e il cuore,accartocciare lo stomaco digiuno e tentennare la lingua in bocca. 

Lo stupore nel tuo volto e il tuo sorriso quando mi hai vista, hanno dissolto tutta la stanchezza,gli imprevisti e le paure. 
Alla fine ne era valsa la pena. 

Adesso chiudo gli occhi e ricordo ogni singolo istante di quel giorno,le emozioni che si alternavano come onde entro me, l'eccitazione per il viaggio, l'indecisione,la paura, il sollievo nel tuo abbraccio. 


E come una vecchia scrittrice davanti al bilancio di una vita,mi vien da pensare che quel giorno,quel viaggio,coi suoi imprevisti,i treni da prendere,i sorrisi,le speranze,le paure,le indecisioni,era la perfetta metafora di quel che avremo vissuto da quel giorno in poi.

5 commenti:

  1. Madonna fino all'ultimo ho temuto una conclusione brutta, e invece no **

    Moz-

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  2. ...infatti Moz... C'è chi ha deciso di terminare il viaggio ed a me rimangono solo i ricordi. Dolci e amari.

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    1. Yes, ma credevo in un finale triste per questa vicenda in sé...

      Moz-

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  3. Ci sono cose che dipendono solo da noi e che controlliamo. Ci sono cose che non dipendono solo da noi e che ci illudiamo di controllare. Ma come dice MikiMoz quello è stato in bel momento, e quel sorriso sembrava non avere prezzo anche se un prezzo, poi, lo ha avuto.

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  4. Quel sorriso era la cosa più bella che potessi vedere. Come l'abbraccio dopo era come un "tornare a casa". Ogni cosa ha un prezzo. Non pensavo fosse questo. Per quanto lo si possa metter in conto,quando si è felici non si pensa molto a quel che è successo dopo

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