Ogni tanto,tiro fuori dal cassetto di questo cuore ormai piuttosto malridotto,un ricordo.
Un quadernino che custodisce pensieri e poesie intrise di amore lacrime e nostalgia, porto da mani che avrei voluto così tanto tenere strette e baciare ogni giorno. I suoi occhi che timidi e timorosi seguono i miei mentre scorro le parole che il suo cuore ha partorito.
Non saprò mai tradurre in frasi il brivido stupendo e insieme tremante di paura, che ho provato. Le mie dita sembravano aver dimenticato come si afferra la carta di una pagina. Sentivo le sue emozioni, i suoi timori..in una intimità che ti trasferisce i battiti nelle orecchie in un ritmo forsennato e ti getta nella morsa di una responsabilità fragile ma pesantissima: quella di accogliere un'apertura. Il calore della commozione che tenti di nascondere ma che stronza si affaccia nel salato degli occhi e si traduce nel sorriso insieme più semplice e pieno di sentimenti e nell'unica parola che le tue labbra riescono a mettere insieme: " grazie".
Dev'essere stato questo, a creare una frattura.
L'aver toccato l'una il punto più vero e nascosto dell'altra. Una "felicità" così dolorosamente irrevocabile.
Il riuscire ad abbandonarsi ad un abbraccio, il gesto più intimo che esista, lasciandosi vedere e toccare nel profondo.
Il riacquistare la fiducia dopo anni di dolore, accendendosi dopo un sorriso.
L'insperato e l'inatteso che si concretizza stordendoti di quella incredulità gioiosamente infantile, che non pensavi di poter più vivere: la sorpresa della piccola felicità in un sentimento.
Un sentimento "nuovo", folle, tremendamente irrazionale, che ti illude come una droga e concentra tutta te stessa, corpo e anima, in quell'abbraccio, col suono del cuore dell'altra, di cui non faresti a meno mai e nel quale ti senti a "casa", tranquilla..serena. Felice.
L'amore,che cosa pazza, priva di senso e fottutamente stronza è..
Due persone..due amori. Due ricordi.
Legati insieme e sepolti nello stesso cassetto, l'uno più doloroso dell'altro.
Il dolore di non esser riuscita a trasmettere l'amore che provavo in una lingua loro affine.
L'aver seminato la parte più preziosa e bella di me, in un terreno che non ha voluto accoglierla.
Avrei voluto,tanto, essere vista, sentita, voluta.
Esser vissuta come qualcosa di unico e bello, prezioso. Amato.
Abbracciato stretto come a dirsi "io una cosa così non la voglio perdere mai".
Come io ho amato e vissuto loro.
struggente
RispondiEliminaNon saprei nemmeno cosa dirti.
RispondiEliminaTi capisco perché mi ci sono ritrovato varie volte, in momenti simili. Poi però le cose vanno avanti, e restano solo dei ricordi. Belli, brutti, anche per riderci su.
Moz-